Attualità Idrogeno: 230 milioni di euro buttati nel cesso!
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Avete mai visto una vettura a idrogeno in Italia? Secondo voi è logico buttar via più di 230 milioni di euro per la realizzazione di 36 nuove stazioni di rifornimento di idrogeno in Italia? Questi soldi non potrebbero essere spesi in un modo più “realistico e concreto”?

A chi servirebbero queste nuove stazioni per fare il pieno di idrogeno? Non è che magari, sotto sotto, c’è qualche mariuolo che ha annusato l’affare? Dopotutto, se dal PNRR “spariscono” 230 milioni, chi se ne accorge?

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato la graduatoria dei 36 progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno. Il contributo da parte dello Stato è di circa 103,5 milioni di euro, finanziati grazie al PNRR. Si tratta di una prima parte dei 230 milioni di euro complessivi previsti nel Piano proprio per sviluppare la rete nazionale di rifornimento a idrogeno.

A chi e a cosa serve sviluppare la rete di rifornimento a idrogeno? Per dare la possibilità alle 10 o 11 vettura che ci sono in Trentino Alto Adige? Di questa bella notizia è particolarmente “gasata” H2IT, l’Associazione Italiana Idrogeno, che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno. L’Associazione auspica che la quota parte dell’investimento non allocato attraverso questo bando (circa 130 milioni), venga comunque reinvestito nel settore della mobilità a idrogeno. “Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT - Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano. In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d'avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario”.

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E ci credo che siete soddisfatti! 230 milioni non sono mica noccioline! L’Italia non è la Germania, Paese definito da H2IT un modello d’avanguardia. In Italia facciamo fatica a fare il tagliando alle auto endotermiche, non riusciamo ad acquistare una vettura 100% elettrica, facciamo prestiti per pagare le bollette, figuriamoci se ci possiamo permettere il lusso di una vettura a idrogeno!!!

Entro il 2026, diventeranno, quindi, 38 le stazioni di rifornimento a idrogeno sparse su tutto il territorio nazionale. Alle 36 nuove che verranno create, si aggiungono, infatti, le 2 già presenti nella provincia di Bolzano e Mestre. Le aree scelte riguardano soprattutto le zone strategiche per i trasporti stradali pesanti, come l'asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T (le reti di trasporto trans-europee). Non a caso, dei 103,5 milioni di euro, il 77% (circa 79 milioni) riguarda regioni del Nord: Veneto, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Piemonte. In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto (9 progetti), quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige (6) e circa 16 milioni in Piemonte (5) e Lombardia (4). Gli investimenti riguardano anche al Centro e al Sud: ad esempio, in Puglia verranno investiti 8 milioni (3), nel Lazio 3 milioni (2) e in Calabria 2 milioni.

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